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La paralisi facciale può colpire anche i bambini?

La paralisi facciale è una condizione che qualche volta può colpire anche i bambini, anche se è una evenienza piuttosto rara.

Come abbiamo detto in un precedente articolo (che puoi leggere qui), la paralisi del nervo facciale compromette la funzione principale del nervo facciale: quella di far muovere i muscoli mimici. Questi muscoli si trovano sotto la cute della faccia, del capo e del collo che sono responsabili della nostra espressività facciale. Il bambino con una paralisi facciale non riesce a muovere metà del viso o una parte di esso.

Quali sono le cause della paralisi facciale in età pediatrica? 

Le paralisi del nervo facciale in età pediatrica sono principalmente di due tipi: congenite, cioè presenti dalla nascita, oppure acquisite. Sono entrambe rare.

La forma acquisita può essere causata da infezioni virali del nervo oppure può essere, ad esempio, associata a una patologia oncologiche.

Le paralisi congenite sono causate da un problema che avviene nella fase di sviluppo del nervo e che ne compromette non solo la funzionalità ma proprio la struttura in maniera completa o parziale. L’incompleto sviluppo del nervo è definito ipoplasia, termine che indica un numero inferiore di cellule che formano un certo tessuto. Dobbiamo quindi immaginarci un nervo che arriva a livello facciale più sottile, più piccolo, a volte può essere assente. Questi bimbi fin dalla nascita non muovono metà del viso oppure solamente una parte di esso.

In alcuni rari casi, alla nascita viene diagnosticata la diagnosi di Sindrome di Moebius. È di una sindrome congenita rara in cui è presente la paralisi facciale e un’alterazione del movimento oculare verso l’esterno (per tante informazioni sulla sindrome di Moebius visita il sito dell’Associazione A.I.S.Mo qui).

Lo sviluppo psico-motorio del bambino con paralisi facciale

Il bambino con una paralisi facciale ha uno sviluppo psico-motorio normale, anche se a volte può essere influenzato dalle problematiche associate alla patologia che ha causato la paralisi.

I piccolissimi tendono a trovare delle soluzioni alternative aggirando la loro difficoltà: ad esempio, i bambini che non riescono a fare il movimento di chiusura degli occhi, alla richiesta di farlo rispondono coprendosi gli occhi con le mani.

Generalmente intorno ai 4 anni iniziano a percepire una certa alterazione del movimento o comunque una differenza della propria faccia rispetto a quella degli altri bambini e iniziano a fare qualche domanda in più rispetto alla sua situazione. 

A cosa serve e quando inizia la fisioterapia?

La fisioterapia facciale per bambini può iniziare subito dopo la diagnosi e il percorso terapeutico proposto dipende dall’età e dalla situazione del singolo bambino. Specialmente nelle paralisi congenite, viene sempre programmata una valutazione di Chirurgia Maxillo-Facciale per valutare l’opportunità di un intervento chirurgico. In tutti i casi, anche la valutazione logopedica è un elemento importante.

Per i piccolissimi il trattamento riabilitativo consiste soprattutto nel supporto e nell’educazione della famiglia attraverso modalità e attività che stimolino adeguatamente il bambino per consentire un buono sviluppo (trovi qualche indicazione utile in questo articolo). Gli incontri di fisioterapia pediatrica hanno generalmente una cadenza bimensile, ma possono essere più o meno frequenti in base alle necessità del caso.

Quando il piccolo paziente diventerà più consapevole e collaborativo inizierà una seconda fase del trattamento. Il bambino sarà coinvolto in esercizi di fisioterapia sotto forma di gioco e gli verranno proposte stimolazioni gradualmente più ricche di significato.