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Cos’è la paralisi del nervo facciale

La funzione principale del nervo facciale, o settimo nervo cranico, è quella di far muovere i muscoli mimici, cioè quell’insieme di muscoli che si trovano sotto la cute della faccia, del capo e del collo che sono responsabili della nostra espressività facciale.

Il nervo facciale ha anche altre funzioni: veicola la sensazione del gusto proveniente dai due terzi anteriori della lingua e modula l’intensità dei suoni acuti a livello dell’orecchio medio. Infine, è responsabile dei meccanismi di salivazione e lacrimazione.

La paralisi di Bell a volte viene ancora chiamata paralisi a frigore, attribuendo la sua insorgenza ad un “colpo d’aria” o all’aria condizionata. In realtà, il freddo non è in grado di causare la paralisi facciale ma questa è piuttosto conseguenza di una infezione che colpisce il nervo (ad esempio una infezione virale).

Il nervo facciale percorre un lungo tragitto all’interno della scatola cranica prima di emergere a livello del viso anteriormente all’orecchio, dove si distribuisce a innervare i muscoli facciali. Nell’ultima parte di questo percorso (tratto intrapetroso) il nervo passa all’interno di uno stretto cunicolo all’interno dell’osso temporale.

In presenza di una infezione, all’interno di questo stretto canale rimane come “strozzato”. Questa compressione impedisce il normale passaggio dello stimolo elettrico ed è uno dei meccanismi che provoca l’insorgenza della paralisi del nervo facciale.

Una lesione del nervo facciale comporta alterazioni rispetto tutte le sue funzioni e il sintomo più evidente consiste in una marcata debolezza dei muscoli di metà faccia. La completa alterazione della propria espressività facciale è un sintomo disabilitante a cui spesso si associa, comprensibilmente, una grande sofferenza: la nostra faccia è la nostra identità, siamo noi. 

Per fortuna, in molti casi, la paralisi del nervo facciale si risolve spontaneamente con l’aiuto della terapia farmacologica. Altre volte, la guarigione del nervo è un processo lento che richiede tempo (anche molti mesi) e molta, moltissima pazienza.

Altro fatto importante: la velocità della rigenerazione nervosa inoltre, non è sempre costante: è normale che a giorni di miglioramento si alternino fasi di (apparente) stallo. Non c’è modo di accelerare i tempi biologici di questo processo, ma è possibile guidare il recupero del movimento e influenzarlo positivamente: una fisioterapia mirata e specifica metterà il sistema nelle condizioni ottimali per favorire il recupero della paralisi facciale.

Il percorso di riabilitazione sarà incentrato prevalentemente sul controllo del movimento e la percezione della faccia, prima concentrandosi sulle sensazioni e poi più attivamente quando inizieranno a comparire i primi movimenti. 

È essenziale lavorare su entrambi i lati del volto per mantenere il viso il più possibile simmetrico: quando non si lavora anche sul lato “sano” infatti, si istaura uno strano meccanismo per cui quest’ultimo tenderà ad attivarsi in maniera eccessiva e generalizzata, come a compensare l’assenza di movimento dalla parte colpita dalla paralisi. 

Nella riabilitazione delle paralisi facciali si dice che si lavora sul volto nella sua unitarietà; non tanto su due diversi lati del viso che hanno smesso di “comunicare” tra loro, ma su un volto che ha un proprio mondo e una propria identità da comunicare ed esprimere.